Coinvolgere senza Caricare

Alcuni giorni fa mi arrivano dei messaggi di una mamma che sta crescendo due figlie femmine, cercando di conciliare tempi, ruoli ed energie.
La figlia più grande, mi scrive, sta mostrando chiusura e irrigidimento.
La seconda è arrivata da poco e sono ancora nella fase di adattamento, un pò tutti, chiaramente.
Mi dice che ha pensato di aiutarla, passando più tempo da sola con lei, quando la piccola dorme.
E la trovo un’ottima idea, in senso generale, ma in questa situazione specifica, propongo una riflessione più mirata al contesto.
Sto parlando dei figli/e più grandi, i cosiddetti figli/e maggiori.
Più volte mi sono trovata negli anni, a creare percorsi psico educativi per persone con difficoltà ad esprimere bisogni, esigenze e richieste di attenzioni.
E avevano in comune il fatto di essere i primi tra i loro fratelli o sorelle.
Molti figli/e maggiori vengono educati nell’ottica di doversi prendere cura degli altri, di assumersi la Responsabilità di fare da esempio.
Ma qual è il risultato di questo stile educativo?
Il più delle volte, se non forse la totalità, succede che questo apparente sentimento di fiducia che si potrebbe sentire, si trasforma in senso di frustrazione, impotenza, per non potersi prendere più liberamente i propri spazi.
Per non poter sbagliare!

Già in un altro articolo parlo dell’importanza degli errori, come insegnanti di vita e riferimenti, dai quali partire, proprio per imparare bene a centrare sogni e obiettivi.
Se partiamo dal presupposto di non poterci permettere di sbagliare, perchè inoltre siamo pure da esempio ai nostri fratelli e sorelle, vivremo differenti scenari, difficilmente amici della Felicità.
Se siamo persone caratterialmente serie e disponibili, facilmente ci potrebbe venire l’ansia, così che per ridurla o cercare di allontanarla, eviteremo di correre rischi, accantonando l’idea di seguire istinti e impulsi, o facendolo in maniera molto ridotta, rispetto magari alle nostre reali esigenze.
Certo, quando si è bambini/e o ragazzini/e si è più incoscienti, così che tanti pensieri non li abbiamo.
Ma crescendo ci arrivano sulle spalle i carichi che inconsciamente abbiamo vissuto in precedenza.
Se siamo invece caratterialmente meno lineari e tendenzialmente meno ubbidienti, avremo qualche occasione in più di liberarci del carico “affibbiato” dai genitori.
Ma il punto focale è che dobbiamo imparare da soli a focalizzarci sui nostri bisogni e trovare qualcuno, in famiglia o fuori da essa, che ci aiuti a soddisfarli, o soprattutto a tradurli, dar loro un significato e comprenderli.
Perchè i genitori, quando ti nominano “Primo Cavaliere”, non si rendono conto dell’onere che stanno posando su quella testa e quelle spalle.
Vero è che alcune mamme e alcuni papà riescono a dare questo incarico, pur non smettendo di avere attenzioni su tutti i figli e i relativi bisogni, indistintamente.
Ma, ahimè, nelle mie esperienze lavorative, finora, non è stato così.
Partendo da tutta questa premessa voglio porre attenzione sul titolo:
Coinvolgere senza Caricare
Se riprendo l’esempio della mamma che racconta delle due figlie, le suggerii di non mettere questa eccessiva distinzione tra le due bambine.
Salvo che non diventi un’esigenza di una di loro, il volersi prendere degli spazi esplicitamente diadici.
Le dissi proprio di cercare di coinvolgere entrambe le bambine, nel contesto familiare.
Di farle sentire appartenenti a un gruppo, in cui ciascuno può fare la propria parte, in cui ci si può aiutare, in cui ciascuno ha le proprie diversità, nei bisogni e nelle esigenze.
Genitori inclusi, che chiaramente serve si faccia da riferimento principale, in tale ruolo, ma le difficoltà, i limiti, le fatiche le si vivono anche da grandi.
Quando parlo di Coinvolgere mi riferisco a questo.
Al fatto di far sentire importante i bambini, le persone, rispetto a ciò che stiamo vivendo, che riguarda anche loro, ma che soprattutto riguarda noi con loro.

E come farlo senza caricare di nostre responsabilità?
Semplicemente imparando ad essere sincere e sinceri, in ciò che ci succede nel quotidiano, in ciò che viviamo a livello relazionale.
Certo, perchè chiaramente sto parlando di Relazioni.
In ogni Relazione, che sia con i figli, con i genitori, con i partner, imparare a Coinvolgere senza Caricarefavorisce un fertile terreno per Leggerezza e Fiducia.
Se riprendo l’esempio sopra mi riferisco al fatto che invece di passare del tempo esclusivo con la bimba più grande, imponendoselo
(e non riuscendoci perchè la stanchezza dei primi mesi post partum è decisamente notevole, oltre al fatto che il tempo sole è raro)
sarebbe più utile chiedere e fare attenzione a cosa la figlia stia esprimendo.
Certo che questo richiede uno sforzo più grande, ma è uno sforzo mirato.
Imparare ad aspettare che sia l’altra persona a chiedere ciò di cui ha bisogno e poi assecondarla, o cercare di farlo, è un gesto d’amore intensissimo.
Prendiamo da esempio quando le persone dicono o scrivono…
“Con tutto quello che ho dato, in cambio mi è stato pure detto di non aver dato nulla e sono stata/o mollata/o senza neanche un minimo di ringraziamento!”
“Dopo tutto quello che ti ho dato, hai il coraggio di lasciarmi?”
“Con tutti i sacrifici che ho fatto per te, questo è il risultato?”
Sono sicura sarà capitato di dire queste frasi o di ascoltarle, a seconda delle circostanze.
Ebbene è accaduto proprio quello scritto sopra.
I bisogni reali non sono stati ascoltati, non ci si è dati il tempo di esprimere i propri, così come di ascoltare quelli dell’altro/a.
Nel momento in cui ci attiviamo a voler dare, per essere efficaci, abbiamo la necessità di aspettare che ci venga chiesto, direttamente o indirettamente.
Ecco perchè è così importante cercare di coinvolgere nel nostro mondo chi ci interessa, chi amiamo, senza dare il carico delle nostre responsabilità.
Mantenendoci adeguatamente distanti, ma vicini, emotivamente e psicologicamente.
Raccontando di noi, esprimendo idee, bisogni, desideri, per facilitare l’altro/a a fare altrettanto.
E come si fa a non caricare?
Prima di tutto parlando in prima persona, con il “Io sento, io vorrei, a me piace, io mi sento così o cosà”.
Ma poi, soprattutto evitare il “tu devi, si fa così, gli altri fanno questo, ecco, vedi che quello fa così e tu no…”
In sostanza, per riuscire ad essere Coinvolgenti, senza risultare Caricanti, abbiamo la necessità di imparare a controllare le nostre Emozioni…
Ma anche trovare il coraggio di esprimerle, insieme ai bisogni, accettando la Paura del Rifiuto.

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